Per
iniziare bene il week end decidiamo di fare una bella escursione sull’Etna; ok
la giornata non è delle migliori, dopo quasi una settimana di primavera oggi il
tempo è nuvoloso, ma partiamo fiduciosi. Il paesaggio intorno a noi, sulla strada
per “ a muntagna” (così i siciliani chiamano l’Etna) è variegato, dovuto alle
continue mutazioni delle colate laviche.
Alle pendici la vegetazione è composta
da agrumeti, fichi d’india, olivi, vigneti poi boschi di querce, castagni, per trovare
in altura, boschi di pino laricio, betulle e faggi, fino ad arrivare alle
estese praterie d’altitudine.
Arrivati
su le condizioni climatiche, con nuvole e nebbia, creano un’atmosfera
suggestiva, è come sentire respirare il vulcano e ci si rende conto della
grandezza della natura.
Causa il forte vento e il freddo abbiamo difficoltà anche
a scendere dalla macchina, e ci è quasi impossibile visitare i Crateri
Silvestri a circa mt. 1900, ma questo rende il tutto più divertente e
avventuroso. Ci armiamo di forza e coraggio affrontando il tempo che ci è
ostile, riusciamo a percorrere un breve tratto,
ma la forza del vento è tale da farci
sballottare ed è davvero difficile procedere con la neve che si conficcava come
aghi sul nostro viso e le lacrime che per il freddo scendevano sulle nostre
guance, ma pian piano restando vicini e tenendo ben saldi i piedi a terra torniamo
al tepore della macchina. Di fronte a questa situazione così avversa, pensiamo
che sia il caso di tornare un po’ più a valle in visita a qualche paesino
caratteristico, e rimandare l’escursione a un clima migliore. Ma sulla strada
del ritorno incontriamo il sentiero della “Schiena dell’Asino”,
dove si possono
osservare le colate laviche e i coni dei crateri. Il percorso è abbastanza
impegnativo, più di 5 km, inizialmente la stradina ha un fondo pietroso con
pendenza che in alcuni punti supera il 10% per poi diventare in terra battuta che
permette una prima sosta riposante,
ma soprattutto emozionante data la
grandiosità del panorama che si presenta ai nostri occhi, si rimane colpiti
dalla visione che comprende Taormina, lo Jonio, la Calabria, il golfo di
Catania compresa Siracusa, Augusta e oltre.
Da sottolineare che Andrea andava
più spedito al traguardo, io invece dopo aver lasciato il primo polmone al
Salto Angel (Canaima-Venezuela), qui ci ho lasciato il secondo!!!!
I tratti in
salita e in discesa si susseguono e ovviamente abbiamo dovuto fare le opportune
soste per riprendere fiato e intraprendere l’ultima parte del percorso, una
bella scarpinata verso la vetta del versante sud a circa 2050 mt. Beh una volta
arrivati in cima, con ancora gli occhi bassi a guardar per terra data la fatica
della fine del sentiero, si viene ad un tratto investiti da uno dei paesaggi
più suggestivi che si possono trovare sull’Etna la così tanto attesa “Valle del
Bove” grandissima depressione, paesaggio scuro, lunare e privo di vita.
Ci
guardiamo, siamo stanchi ma soddisfatti, ne vale davvero la pena perchè vieni ripagato
dalla visione di un panorama straordinario e pensi che L’Enta non è soltanto il
vulcano attivo più alto d’Europa, ma è tutto il territorio intorno che rende
questo posto uno scrigno prezioso da custodire e salvaguardare.